Ho curato DIALOGHI CON ME STESSO non per ricordare Platinetti ma piuttosto per
approfondirne la conoscenza, cercando di avvicinarmi quanto più possibile alla sua
sensibilità per poterne osservare con maggior attenzione il lavoro.
Non ha la presunzione di essere un “libro”, solo una raccolta di riflessioni recuperate da
audiocassette e scritti.
Trascrivendone le parole, mi sono resa conto che nessuno prima di me le aveva sentite o
lette.
Stavo entrando nel suo mondo privato, intimo, trasparente e questo mi ha procurato un
certo disagio. Poi l’imbarazzo ha ceduto il posto alla comprensione e alla curiosità.
DIALOGHI CON ME STESSO è la porta di accesso ad un’osservazione più attenta,
completa e profonda del suo lavoro ed è per questo motivo che ho pensato di condividerla
con chi l’ha conosciuto, lo ha apprezzato o non lo ha compreso.
Il titolo è molto esplicito: l’unico mio interlocutore sono io. Ragionamenti intimi che non
chiedono risposte e non ne offrono. Traspare e non velatamente ma con l’irruenza che
era una sua caratteristica, il dolore e la pesantezza del vivere. Non a caso il suo poeta
preferito era Montale, a lui affine e di cui conosceva la poetica.
Nelle sue riflessioni Montale a volte fa capolino come un compagno di viaggio con cui si
intende senza parlare.
Non è stato facile impregnare nelle pagine l’atmosfera dei lunghi silenzi, delle risatine, dei
canti di uccelli. Ho tentato. Spero di esserci riuscita.
Ora, osservando gli STROMBOLI, i GIRASOLI SECCHI o le PIETRAIE, scopro l’intuizione
di un rapporto tra situazioni, oggetti esterni e il suo mondo interiore, con uno sguardo più
attento e meno superficiale verso il suo linguaggio pittorico.
Ho inserito poche fotografie di dipinti a chiarimento di alcune sue osservazioni.
Susanna Platinetti